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Cari amici, oggi vi voglio dare un piccolo consiglio, che è poi anche un racconto di come andrebbe svolta correttamente la professione di agente immobiliare. La raccomandazione è la seguente: diffidate, sempre e comunque, da quegli agenti che non accettano proposte d’acquisto scritte.
Vi spiego perché. Molto spesso, mi capita di parlare con clienti che hanno avuto precedenti passaggi presso altre agenzie immobiliari. Mi dicono che sono andati a visionare degli appartamenti e che, al momento della proposta, l’agente si è rifiutato di farsi lasciare qualcosa di scritto, perché a suo dire la cifra offerta era troppo bassa. E’ un atteggiamento sbagliato, eticamente non professionale e poco serio. L’agente immobiliare dovrebbe accettare sempre e comunque una proposta scritta. Perché non lo fa? Perché, spesso, persegue solo un suo interesse: ne consegue che una proposta troppo bassa può significare scarse o addirittura nulle provvigioni. Il rischio che si vuole evitare. Ma rifiutare le proposte lascia spesso interdetti gli eventuali compratori. E priva i venditori di margini di valutazione che sarebbero comunque opportuni, se non utili.
Per questo vi dico: lasciate perdere questo tipo di “professionisti”. Un agente immobiliare che lavora con criterio anzitutto si assume la responsabilità di un incarico scritto, per la messa in vendita e la promozione dell’immobile. E, successivamente, accetta qualsiasi tipo di proposta, chiedendo espressamente che venga messa per iscritto. Sta a lui e al venditore valutare se sia consona o meno. Uno scritto, infatti, è utile anche a livello statistico. Mi spiego meglio. Mettiamo il caso di un immobile che vale cento. Nel giro di poco, ricevo tre proposte scritte, tutte intorno ai settanta. Può significare che l’attuale quotazione si aggiri lì intorno. Allora si valuta con il venditore che cosa è meglio fare. Se non ricevo proposte scritte, non posso utilizzare queste “leve”. Non solo: sembra che non abbia fatto abbastanza per promuovere una vendita dal mio portafoglio immobiliare. Per questo, diffidate da chi lavora solo nel proprio interesse. Io preferisco prendermi a cuore le sorti di venditore e compratore. La provvigione è un aspetto del lavoro. Ma non è e non dev’essere il solo.
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